Il governo taglia le risorse ai comuni turistici e montani
Posted On 23 Ottobre 2025
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Dopo il Fondo di Solidarietà Comunale (FSC), ora anche la tassa di soggiorno finisce nel mirino.
Due manovre diverse, un unico risultato: meno autonomia per i Comuni, meno risorse per i territori che vivono di turismo.
Da diversi anni lo Stato trattiene una parte crescente del gettito IMU dei Comuni, soprattutto sulle seconde case non residenti, per alimentare il Fondo di Solidarietà.
Il principio perequativo, in sé condivisibile, è però diventato una forma di centralizzazione fiscale che penalizza i Comuni più deboli, quelli che cercano di mantenere servizi e investimenti nel territorio.
Nel verbale della Commissione tecnica per i fabbisogni standard (CTFS) del 1° ottobre 2024, l’ANCI ha denunciato l’“invadenza statale sulle basi fiscali locali”, chiedendo una revisione delle regole di riparto e più equità tra i Comuni.
Con l’articolo 121, il Governo stabilisce che il 30% del maggior gettito della tassa di soggiorno venga trattenuto dallo Stato per alimentare fondi centrali.
Solo il 70% rimarrà ai Comuni.
È quindi una vera e propria sottrazione di risorse locali per eventi, accoglienza e promozione, mascherata da misura solidale.
FSC e tassa di soggiorno erano — e dovrebbero restare — strumenti di autonomia locale.
Oggi diventano invece leve di prelievo centralizzato che colpiscono soprattutto le aree di montagna, i borghi e le località turistiche, costrette a fare i conti con meno entrate e più responsabilità.
Lasciare ai Comuni le proprie risorse, rivedere il sistema del Fondo di Solidarietà come da emendamento già presentato in parlamento, accolto ma poi accantonato e difendere la tassa di soggiorno come strumento di sviluppo locale, non come tassa da redistribuire altrove.
Senza autonomia finanziaria non può esserci vera autonomia dei territori.
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